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L'evento

Confinati in parrocchia o aperti a portare il Vangelo nel mondo? A Firenze il COP affronta il tema della corresponsabilità dei laici.

“Educarsi alla corresponsabilità. I battezzati nel mondo alla prova della vita quotidiana” è il tema della 61a Settimana nazionale di aggiornamento pastorale, che si terrà a Firenze dal 20 al 23 giugno prossimi per iniziativa del Centro di orientamento pastorale (COP – www.centroorientamentopastorale.org). Rivolta a sacerdoti, religiosi e religiose, laici impegnati nella pastorale, muove da un sondaggio condotto da Giovanni Villata sul laicato in parrocchia, per poi andare oltre i confini ecclesiali e indagare la presenza e il ruolo dei laici cristiani nel mondo.

Proprio sulla corresponsabilità papa Benedetto XVI ha recentemente ribadito, parlando alla diocesi di Roma, la necessità che, “nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli dei consacrati e dei laici, si promuova gradualmente la corresponsabilità dell’insieme di tutti i membri del popolo di Dio. Ciò esige un cambiamento di mentalità riguardante particolarmente i laici, passando dal considerarli ‘collaboratori’ del clero a riconoscerli realmente ‘corresponsabili’ dell’essere e dell’agire della Chiesa, favorendo il consolidarsi di un laicato maturo e impegnato”.

Vogliamo riaffermare una progettualità nel ruolo dei laici per la vita della Chiesa – dichiara mons. Domenico Sigalini, presidente della Commissione episcopale Cei per il laicato, vescovo di Palestrina e presidente del COP – secondo quanto il Santo Padre ha detto recentemente, parlando alla sua diocesi di Roma. Non è più sufficiente la ‘collaborazione’ dei laici, ma è necessaria la ‘corresponsabilità’: non è una benigna concessione di qualcuno che vuole dei collaboratori per non essere solo, ma un diritto/dovere, una vocazione del cristiano”. “Per affrontare il tema – aggiunge mons. Sigalini – vogliamo partire dalla vita concreta della comunità cristiana. I cristiani che prestano servizio in parrocchia sono ‘confinati’ nella parrocchia o invece aperti a portare il Vangelo nel mondo? Partiremo dall’analizzare quanto oggi è corresponsabilizzato il nostro laicato in ordine all’annuncio del Vangelo, ossia in che misura parte dalla parrocchia per aprirsi al mondo, poi andremo ad ascoltare alcune esperienze concrete – la Consulta delle aggregazioni laicali, le Acli, una famiglia – per vedere come vengono tradotti in pratica i principi enunciati”.

Tra i relatori don Giovanni Villata (responsabile Centro studi e documentazione, diocesi di Torino), Letizia Ammannati (docente, Firenze), Giorgio Campanini (sociologo), Paola Bignardi (membro del Comitato per il progetto culturale della Cei), mons. Timothy Verdon (direttore Ufficio per la catechesi attraverso l’arte, diocesi di Firenze), Giuseppe Savagnone (direttore Centro per la cultura, diocesi di Palermo). Mercoledì 22, al pomeriggio, l’arcivescovo di Firenze, mons. Giuseppe Betori, incontrerà i partecipanti e presiederà la concelebrazione eucaristica in cattedrale. Mons. Domenico Sigalini, infine, chiuderà i lavori delineando le prospettive pastorali emerse.

Il convegno si terrà al Seminario maggiore arcivescovile, Lungarno Soderini 19, Firenze. Per visionare il programma dell'evento cliccare sull'immagine che segue.

Miniatura programma LXI SNAP

 

La proposta del COP e della Diocesi di Firenze: presentazione dell'evento in brochure.

Essere laici credenti nella chiesa per il mondo è una vocazione e una bella avventura a cui Dio chiama da sempre. Il suo sogno, di riportare l’umanità e il mondo intero a vivere con generosità un patto di acciaio per fare della terra una casa piena d’amore per tutti, è affidato a uomini e donne di ogni tempo e oggi a tutti noi. Tutti siamo chiamati a regalare la nostra vita, le risorse che noi siamo, la nostra creatività e la nostra pazienza al progetto di Gesù, alla sua missione di servo dell’uomo e di vangelo vivente. Papa Benedetto traduce tutto questo con una parola sola: corresponsabili. Ecco cosa dice ai romani: “È necessario, al tempo stesso, migliorare l’impostazione pastorale, così che, nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli dei consacrati e dei laici, si promuova gradualmente la corresponsabilità dell’insieme di tutti i membri del popolo di Dio. Ciò esige un cambiamento di mentalità riguardante particolarmente i laici, passando dal considerarli «collaboratori» del clero a riconoscerli realmente «corresponsabili» dell’essere e dell’agire della Chiesa, favorendo il consolidarsi di un laicato maturo ed impegnato…”. Questa corresponsabilità la decliniamo oltre gli assetti degli uffici pastorali, seguendo i vari ambiti del troppo dimenticato convegno di Verona.

   

Il saluto dell'Arcivescovo Betori: permettere ai laici di lanciare il loro sguardo oltre i confini delle nostre comunità cristiane.

Il tema proposto da questa 61ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale, ultima della serie realizzata dal Centro di Orientamento Pastorale, ha subito incontrato il mio interessamento per l’attualità che esso riveste negli orientamenti della Chiesa italiana in questo decennio. È così che ho prontamente accolto a Firenze il convegno di quest’anno, dal titolo «Educarsi alla corresponsabilità . I battezzati nel mondo alla prova della vita quotidiana». Si tratta di un tema certamente urgente e coinvolgente per la sua importanza e consistenza. Già il Convegno ecclesiale di Verona, pur riferendosi ai vari ambiti pastorali, richiamava l’urgenza di una riflessione sulle prospettive pastorali che favorissero l’emergere del laicato attraverso un’adeguata formazione, significativa e approfondita, che potesse permettere ai laici di lanciare il loro sguardo oltre i confini delle nostre comunità cristiane, poiché è soltanto da questa posizione che potranno autorevolmente svolgere la loro missione nella mediazione educativa e culturale fra Chiesa e mondo. Per indirizzarsi verso la corresponsabilità, dobbiamo necessariamente partire dalla comunione ecclesiale, dalla quale discende la collaborazione, per poi giungere appunto alla corresponsabilità. Tutto ciò esige un reale rinnovamento della pastorale “che miri all’integrazione fra le diverse vocazioni, le molteplici soggettività ecclesiali, le dimensioni fondamentali della vita cristiana” (Rigenerati ad una speranza viva). Sempre dal documento conclusivo del Convegno di Verona, emerge che “la partecipazione corale e organica di tutti i membri del popolo di Dio non è solo un obiettivo, ma la via per raggiungere la meta di una presenza evangelicamente trasparente e incisiva. La corresponsabilità, dunque, è una ‘via esigente’ della comunione, concretamente possibile oggi”. In tutto questo ci è di sprone e di conforto quanto il S. Padre, Benedetto XVI, ha affermato al Convegno di Verona: “Siamo chiamati a divenire donne e uomini nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e in tal modo portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo, in concreto, in quella comunità di uomini entro la quale viviamo”. Rivolgo così a tutti, a cominciare dai confratelli vescovi mons. Sigalini e mons. Bonicelli, gli auguri di un proficuo lavoro che offra un contributo di riflessione e di proposta per l’intera Chiesa italiana.

+ Giuseppe Betori
Arcivescovo di Firenze