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RICERCA SUL LAICATO

Il sondaggio di Villata sul laicato in parrocchia: quali tendenze verso quella sinfonia delle vocazioni che permette una realizzazione di tutte?

Il sondaggio di Villata sul laicato in parrocchia: quali tendenze verso quella sinfonia delle vocazioni che permette una realizzazione di tutte?

Il laicato “nella Chiesa italiana c’è ed è vitale, anche se, in alcune diocesi, viene lamentata una diminuzione numerica e un’inadeguatezza ad esprimere al meglio la propria identità”, ha affermato don Giovanni Villata presentando i risultati di una ricerca condotta tra laici, sacerdoti e religiosi sul "laicato in parrocchia". Piuttosto “ciò che preoccupa, e non poco, è la situazione di afasia, o di mancanza di crescita oppure insoddisfazione di chi pur s’impegna, anche generosamente. Se questa situazione non evolve verso un recupero pieno, di fatto, dell’identità laicale nel contesto socio-culturale ed ecclesiale di oggi è possibile pensare che, da sola, la generosità del laicato stesso non sia sufficiente ad escluderne la deriva”.

“I dati che abbiamo raccolto – ha spiegato Villata – indicano chiaramente la presenza contemporanea, in parrocchia, di figure di laici (ma anche di ministri ordinati) tuttora ancorate al passato, accanto ad altre (laici singoli e aggregati nonché ministri ordinati) più proiettate verso la maturazione dell’identità conciliare. Tutte queste figure, attive nella vita della parrocchia, non sempre sono valutate come meriterebbero: quali cooperatori e quindi partner a tutti gli effetti, non solo come esecutori o collaboratori occasionali. Sovente esse, a causa dell’eccessiva esposizione mediatica della gerarchia, non hanno la possibilità di esprimere in pubblico le posizioni della Chiesa, pur in ambiti che sarebbero di stretta loro competenza. Tutti comportamenti che non sono più accettabili, vanno cambiati”.

In Italia, ricorda l’indagine, ci sono 23.000 parrocchie; 200.000 i laici che vi operano, tra catechisti e operatori pastorali: l’80% sono donne e, tra queste, il 70% ha meno di 50 anni. Al sondaggio del Cop hanno risposto 389 laici con un’età media di 46 anni, oltre a 89 sacerdoti e 38 consacrati (religiosi).

“Nella pastorale della Chiesa italiana – ha osservato Villata – da un lato si stanno cercando vie nuove per l’evangelizzazione e, dall’altro, si registra il ritorno di modelli tradizionali segnati da autoreferenzialità e clericalismo”, tendenze che emergono anche dal sondaggio. “L’identità secolare del laico è riconosciuta più in teoria che nella prassi”. Si constata poi “la crisi, in genere, degli organismi di partecipazione: nel campione – ha riferito il sacerdote – pochi riconoscono la validità e la funzionalità del Consiglio pastorale parrocchiale; i più ne denunciano il limitato o mancato controllo”. “In genere – ha aggiunto – si riscontra un buon clima relazionale tra aggregati, singoli e altre risorse pastorali” e un ruolo di primo piano, in parrocchia, lo riveste l’Azione cattolica, alla quale si riconosce una “peculiare funzione formativa”. Infine “il laicato è la spina dorsale della pastorale parrocchiale: la donna è apprezzata come la sua linfa vitale dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo. Non è più valorizzata solo per pulire, ma le si attribuiscono compiti di coordinamento e responsabilità dirette”.