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Mercoledì, 27 Giugno

Comunicato stampa

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Spetterà al teologo mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, delineare il legame tra “eucaristia, cultura e società”, domani mattina alla 62a Settimana nazionale di aggiornamento pastorale, in corso a Orvieto su “L’Eucaristia per la vita del mondo. La comunità cristiana contempla e testimonia”, organizzata dal Centro di orientamento pastorale (COP – www.centroorientamentopastorale.org). A seguire, il presidente della Commissione episcopale Cei per il laicato, presidente COP e vescovo di Palestrina, mons. Domenico Sigalini, traccerà le prospettive pastorali emerse e chiuderà questa edizione dell’annuale appuntamento del COP.

“Il rinnovamento culturale e sociale sgorgante dall’eucaristia – anticipa mons. Forte – non potrà essere prodotto se non da chi, muovendo dalla comune partecipazione alla mensa del Signore, opera secondo l’ispirazione di un’etica della comunione e della solidarietà: lì dove prevalesse la logica dell’interesse ‘particulare’, lì dove si dimenticasse l’esigenza morale di servire e promuovere tutto l’uomo in ogni uomo, specialmente nelle fasce sociali più deboli, il rinnovamento si limiterebbe a operazione di facciata, senza fondamento e credibilità”.

Circa 150 i partecipanti alla Settimana – sacerdoti, religiosi e religiose, laici impegnati nella pastorale – provenienti da tutt’Italia, ai quali oggi è stata proposta la relazione del teologo don Erio Castellucci, docente all’Istituto teologico marchigiano, seguita dalle esperienze di una religiosa (suor Maria Grazia Cioffi delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù) e di una coppia di sposi (Gianluca Tomassi e Paola Rosati). Oggi pomeriggio visita e celebrazione della Messa a Bolsena, ricordando il miracolo eucaristico che lì si compì nel 1263-1264.

 

Castellucci: le tre dimensioni dell'Eucaristia

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“Si possono cogliere lungo la storia tre dimensioni fondamentali dell’eucaristia, che sono anche le tre dimensioni dell’amore cristiano: quella del banchetto (ottica prevalente nei primi secoli); quella del sacrificio (prevalente nell’epoca moderna), della presenza reale (prevalente nel medioevo)”. A evidenziarlo è don Erio Castellucci, docente all’Istituto teologico marchigiano. “L’eucaristia come banchetto fa la ‘Chiesa condivisione’, comunità di fratelli; come sacrificio rende la Chiesa una comunità che ama attraverso l’offerta di sé; come presenza reale richiama la Chiesa presente nel mondo”. Una presenza, quest’ultima, “che non s’impone ma s’innesta, non coltiva la visibilità, ma cerca di essere sale e luce”. “Il mistero del’eucaristia è talmente ricco e multiforme che risulta difficile viverlo integralmente”, ma bisogna evitare, ha messo in guardia Castellucci, il rischio di “intendere l’eucaristia solo come frutto della chiesa che celebra”; al contrario, “è l’eucaristia che fa la Chiesa”.

 

Cioffi: dall'Incontro una pedagogia eucaristica

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“Dall’incontro viene una pedagogia eucaristica, che noi chiamiamo pedagogia del cuore”. Così suor Maria Grazia Cioffi, portando la testimonianza della sua congregazione, le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, impegnate in particolare nel campo dell’educazione. “Se l’incontro è presenza reale, noi ancelle vogliamo farci presenza discreta nei nostri centri scolastici, pronta a essere il volto di Dio che accompagna”.

   

Tommasi-Rosati: l'amore percorso che non si compie da soli

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“L’amore non è l’innamoramento, è tutto quello che viene dopo”: è un percorso che non si compie da soli. La voce è di una coppia di sposi, Gianluca Tomassi e Paola Rosati, che portano la loro testimonianza alla Settimana di aggiornamento pastorale su come l’eucaristia rafforzi la famiglia “nell’amore e nell’unità”. “Nel definire l'amore collegato all'eucaristia che si esprime nella famiglia abbiamo pensato a queste espressioni: amore come fatica, pazienza, perdono e amore come percorso che non lo compiamo da soli, ma rientra nel progetto che sentiamo vivo nella Chiesa".