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Giovedì, 28 Giugno

Forte: il rinnovamento culturale e sociale che sgorga dall'Eucaristia

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È il teologo e arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, il relatore all’ultima giornata della Settimana, che propone una riflessione su “eucaristia, cultura e società”. Di seguito stralci del suo intervento.

Il primato dello spirito. Per i credenti il rinnovamento della cultura e della società non è opera delle sole mani dell’uomo: alla luce del sacramento eucaristico, culmine e fonte della vita e della missione della Chiesa, si deve affermare che esso nasce, si realizza e si sviluppa in forza del dono di Dio, da invocare ed accogliere nel primato della dimensione contemplativa della vita. La misura del bene vero e duraturo del singolo e della società va attinta nel riferimento all’ultimo orizzonte e all’ultima Patria, che nell’ascolto perseverante della Parola e nell’esperienza dello Spirito si lasciano intravedere e vengono a giudicare e confortare il nostro presente. Senza la costante attenzione alla dimensione eucaristica e contemplativa della vita, che faccia spazio all’irruzione sempre gratuita e sorprendente dello Spirito, nessun rinnovamento della società e del cuore umano potrà essere autentico e duraturo. Una cultura e una società rinnovate non nasceranno che da una profonda e costante esperienza eucaristica, nutrita di ascolto, di rendimento di grazie e di contemplazione.

Il rinnovamento sociale nel segno della comunione e della solidarietà. Il rinnovamento culturale e sociale sgorgante dall’eucaristia non potrà essere prodotto se non da chi - muovendo dalla comune partecipazione alla mensa del Signore - opera secondo l’ispirazione di un’etica della comunione e della solidarietà: lì dove prevalesse la logica dell’interesse “particulare”, lì dove si dimenticasse l’esigenza morale di servire e promuovere tutto l’uomo in ogni uomo, specialmente nelle fasce sociali più deboli, il rinnovamento si limiterebbe a operazione di facciata, senza fondamento e credibilità. L’eucaristia insegna a rinnovare l’uomo e la storia nella solidarietà del pane spezzato insieme, del calice condiviso: senza questa compagnia, non si farà che favorire l’egoismo dei pochi, compromettendo alla fine la qualità della vita per tutti. Dal pane di vita eterna condiviso scaturisce insomma una cultura della solidarietà e della comunione, che contesta ogni logica egoistica ed educa al primato del bene comune.

Un’etica del servizio nutrita dal Pane di vita. Alla luce del sacramento eucaristico l’impegno dei cristiani al servizio del rinnovamento della cultura e della società va dunque connotato al tempo stesso e inseparabilmente come servizio e come partecipazione alla Croce del Signore: ciò mostra come si sia totalmente allontanato dall’ispirazione evangelica chi abbia inteso l’impegno sociale e politico come strumento per l’affermazione di sé, dei propri interessi e delle proprie mire predatorie. Nessun rinnovamento sociale si darà veramente senza operatori coraggiosi pronti a vivere la politica e l’impegno per gli altri come carità, ispirata a una logica rigorosa di gratuità e allo spirito del servizio, e pronta a pagare anche il prezzo più alto piuttosto che cedere al compromesso egoistico di un potere perseguito soltanto per se stesso.

Il rinnovamento sociale all’insegna della permanente riforma e della speranza più grande. Il rinnovamento culturale e sociale di cui avvertiamo il bisogno si offre come il frutto della speranza più grande, capace di costituire una sorta di riserva critica nei confronti di tutte le miopi realizzazioni mondane e di sostenere l’impegno di una continua riforma, che non si appaghi dei risultati raggiunti, non ceda all’estasi dell’adempimento e alla seduzione del possesso, ma viva la costante ricerca di un bene più grande per ciascuno e per tutti. La vigilanza critica che il pane eucaristico chiede ai pellegrini di Dio nella loro opera al servizio del rinnovamento della cultura e della società è dunque senza sconti o dispense. Lungi dall’essere a buon mercato, la logica eucaristica che ispira il rinnovamento sociale nella visione di fede è a caro prezzo: solo così, però, essa è all’altezza di un compito, come quello affidato alla Chiesa, che non dovrà mai essere dimentico delle promesse di Dio e delle attese più vere degli uomini.